Combat Center Bologna ASD - Full Contact Stickfighting


Le arti marziali non sono sicuramente nate per scopi sportivi, dal momento che fino a qualche decina di anni fa, si combatteva principalmente per difendere la vita e non certo per vincere la medaglia o il trofeo. In realtà però già nell'antica Grecia molte discipline dei giochi di Olimpia non erano altro che gesti di guerra trasformati in scontri non mortali e utilizzati per conquistare una corona d'alloro. invece della vita e della terra del nemico. Il pugilato, la lotta e le arti marziali filippine hanno sempre avuto un aspetto sportivo, anche se pericolosissimo.



Il combattimento si è sempre praticato in tutte le arti marziali del mondo ed è fondamentale per passare dalla tecnica alla fase di tattica e strategìa. Lo studio dell’avversario è indispensabile per imparare a gestire uno scontro ed è quindi una fase insostituibile del combattimento. Negli anni passati combattere era davvero molto pericoloso poiché esistevano poche protezioni e molto rozze e artigianali quindi le possibilità di subire danni fisici gravi erano altissime. Per questo il combattimento era riservato ai praticanti molto esperti, soprattutto se vi si utilizzavano armi di qualsiasi genere come nelle arti marziali filippine. Al giorno d’oggi le protezioni sono studiate e realizzate con molta cura e anche le armi sono costruite in modo da evitare al massimo gli infortuni agli atleti. Ciò permette di fare combattere in totale sicurezza anche allievi inesperti in modo che possano fare esperienza nel combattimento senza paura e senza farsi male. Protezioni e armi sono state la base della nascita del Full Contact Stickfighting come lo conosciamo oggi. I Maestri filippini combattevano senza alcun tipo di protezione e con armi praticamente vere e questo portava spesso danni fisici gravissimi e, a volte, anche la morte di uno dei due contendenti. La possibilità di combattere senza rischi ha favorito senza ombra di dubbio la diffusione a livello mondiale di questa nuova disciplina regolamentata in maniera diversa a seconda del tipo di arma che viene utilizzato e del tipo di competizione. Il più importante tra questi regolamenti è senza dubbio quello con i bastoni di rattan che prevede che gli atleti si affrontino sia con un bastone singolo ciascuno che con i doppi bastoni in tre round della durata di un minuto ciascuno. Si usano i bastoni di rattan leggeri e bisogna indossare il casco apposito munito di griglia metallica, un'armatura di materiale plastico che protegge corpo, spalle e cosce, guanti da hockey ed, eventualmente, parabraccia, gomitiere e ginocchiere. Si può colpire solo al di sopra del ginocchio ed è vietato portare i colpi di punta perchè considerati troppo pericolosi. La valutazione dell’incontro viene data da tre giudici a ogni singolo round come nella boxe, e al termine dell'incontro sommando i punteggi di tutti i round viene dato il verdetto. In caso di parità si disputa un round supplementare al termine del quale si decreta il vincitore. E’ il regolamento più importante e tradizionale perché è stato il primo, codificato negli anni 80, che portò alla nascita della W.E.K.A.F. (World Escrima Kali Arnis Federation) nel 1989, a tutt’oggi la più grande e importante Federazione sportiva di arti filippine nel mondo. Alcuni anni fa sono stati inseriti altri due regolamenti totalmente diversi con bastone imbottito e coltello. Gli incontri si svolgono con la modalità denominata “stop point” utilizzando armi foderate di imbottitura speciale e protezioni solo per la testa e per le mani. In pratica se un atleta colpisce il proprio avversario in una qualsiasi parte del corpo l’incontro viene fermato e gli viene assegnato il punto prima di riprendere l’incontro. Al raggiungimento di un numero stabilito di punti o dopo una durata massima di solito di due minuti viene decretato il vincitore. Le differenze tra i regolamenti permettono agli atleti di impostare diversi tipi di preparazione che daranno poi grandi vantaggi sia per la pratica normale dell’arte che per la difesa personale.
























Combattere con i rattan sulla durata di un minuto alla volta, continuato e senza alcun tipo di stop se non i richiami dell’arbitro, costringe ad allenarsi molto su forza, resistenza e velocità nei colpi in sequenza. E’ necessario avere l’abilità di colpire molte volte molto velocemente, spostandosi costantemente sulle gambe, il che comporta un dispendio energetico davvero incredibile per il quale serve una preparazione lunga e molto accurata. Nello “stop point” invece è necessario lavorare sulla massima precisione dei singoli colpi e su velocità e reattività per riuscire a sorprendere l’avversario senza farsi colpire in anticipo da lui. Tutto si gioca sul colpo d’occhio e sull’esplosività dell’azione di attacco e come concetti ricorda molto la scherma sportiva moderna. In ogni caso è molto importante riuscire a capire le strategìe e le abilità dell’avversario per poterle contrastare con efficacia prima che sia troppo tardi per portare a casa la vittoria. Deve però essere ben chiaro che tutto questo rappresenta solo un gioco regolamentato ben preciso e che non vuole e non può in alcun modo simulare uno scontro reale con armi vere perché il danno relativo a un colpo o a un taglio non viene considerato perché non esiste. Il coltello che passa sul bicipite vale semplicemente un punto ma non rende colui che ha subito la ferita impossibilitato ad utilizzare il braccio nel prosieguo del combattimento. Non bisogna quindi fare confusione tra sport, difesa personale e scontro di guerra perché si tratta di aspetti completamente differenti tra loro, seppure della stessa arte marziale. Sconfiggere un avversario in uno scontro regolamentato e protetto non significa essere anche in grado di batterlo in un incontro reale senza regole come succede in strada. Pare che molti Istruttori si dimentichino spesso di questo quando per ignoranza o per malafede spacciano le loro discipline indirizzate prettamente all'agonismo sportivo come efficacissime anche per la difesa personale. Un pugno tirato con le fasciature e i guantoni non è uguale a uno portato a mani nude, per chi lo riceve, ma neanche per colui che lo tira. Combattere con un coltello di gomma per una medaglia non è come combattere con un coltello vero per la propria vita. Ricordiamocelo sempre. Lo sport è un bellissimo gioco capace di fare migliorare tanto qualità individuali, spirito di sacrificio, volontà, disciplina, senso di appartenenza a una squadra, e può far vivere emozioni uniche e indimenticabili. Consideriamolo per quello che è e niente di più.

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